L’attesissima sesta stagione di Yeezy, una multi-million followers star e un po’ di sano gossip/divismo, questi sono gli ingredienti. Ed ecco a voi la ricetta perfetta, se non per aumentare le vendite, quanto meno per far parlare di sé. È l’ultima trovata di casa West-Kardashian: al bando fashion week e presentazioni ufficiali, la campagna pubblicitaria si fa via social e spiazza tutti.
Lo strumento eletto al lancio della collezione Yeezy per la prossima primavera estate diventa così, manco a dirlo, il profilo Instagram di Kim Kardashian.
La diva del reality a stelle e strisce ha postato nei giorni scorsi alcuni scatti simili, in tutto e per tutto, a delle “paparazzate”. Lei intenta a scendere dall’auto, lei che mangia un gelato, lei che, semplicemente, cammina incurante dei fotografi che scattano. Immagini assimilabili a una qualsiasi rivista scandalistica non fosse per la didascalia che riporta la dicitura “Yeezy”. Ah già, e non fosse per lo styling assolutamente impeccabile (by Carine Roitfeld). Perché, con nostra gioia immensa, ogni tanto escono di casa anche loro struccate e mal vestite e c’è sempre un “Ron Galella” dietro l’angolo pronto a immortalarle. Ma, appunto, non è questo il caso.
Ovviamente, una così originale presentazione di moda, non poteva non suscitare reazioni. Il rapper-designer Kanye West, cui le schedule officiali stanno strette, è stato incoronato nuovo “fashion genius”. Ed effettivamente va detto che l’intuizione del lancio via Instagram, sfruttando la seguitissima galleria della moglie, è abbastanza una genialata.
Forte della presenza di oltre 105 milioni di followers, il caro Kanye deve aver pensato che non poteva raggiungere pubblico più ampio. Odora, se non di genio, sicuramente d’inventiva, anche l’utilizzo della stessa Kim come “merce appetibile”.
D’altronde “le star sono più che oggetti d’ammirazione: sono oggetti di culto”, diceva a proposito del divismo Edgar Morin nel lontano ’57. Un’osservazione quasi religiosa della celebrità che porta a considerare come “oro” tutto ciò che da queste è toccato o, come in questo caso, indossato. Specie in epoca contemporanea dove i social network, e la loro potenzialità partecipativa, hanno allargato incredibilmente il campo d’azione dei fan, o followers che dir si voglia, aumentando quel desiderio irrefrenabile di accaparrarsi “La scarpa” di turno, con la convinzione di essere un po’ più vicini alla star che la sfoggia.
Ecco allora, per tornare alla nostra Yeezy, che il pantalone rilassato che, di per sé magari non ci fileremmo di striscio, diventa improvvisamente appetibile, anzi, “must-have”.
Che sia una strategia di marketing ben riuscita, non v’è dubbio. Che l’appeal alla collezione, con post “elargiti” col contagocce, quasi fossero “spoilerate” di una serie Netflix, aumenti, siamo ancora d’accordo. Invece, che lo sfruttamento del mood gossipparo sia una grandissima novità, no, non lo pensiamo.
Diesel, ad esempio, aveva fatto leva sulla nostra attitudine voyeuristica per le celebrities già nei primi duemila. Il catalogo della collezione autunno inverno del ’99 del brand, fu immaginato infatti come un vero e proprio tabloid. Joanna Zychowicz, questo il nome della star-modella fotografata in prima pagina, fuggiva dai flash dei fotografi all’uscita di un locale dal quale era stata bandita, perché non propriamente vestita. A rincarare la dose, e aumentare la nostra curiosità, una scritta a caratteri cubitali urlava “The shocking inside story of a falling star. Day by day. Minute by minute”. Già, perché la vita dissoluta, i colpi di testa, le addiction, sono tutte componenti indispensabili all’aumento dell’interesse morboso. Allo stesso modo della vita patinata, ultra-glamorous della Kardashian, il cui look ha il grande potenziale di innescare una “reazione a catena” tra i suoi ammiratori, specie se postato su Instagram.
Postilla: le Yeezy Desert Rat 500, le nuove sneaker ideate da West e indossate dalla moglie nella campagna pubblicitaria, saranno disponibili unicamente in pacchetto con una felpa e un paio di shorts.
Visti i maniaci della scarpa creata dal rapper americano, forse sì, possiamo gridare al genio anche noi.