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L’ultima recita di Daniel Day-Lewis

È difficile stabilire il valore di un attore. Alcuni dicono si possa misurare con gli Oscar, i Golden Globe e i Bafta vinti. Altri, che si valuti nella sua abilità di lasciare a bocca aperta il suo pubblico.

Ogni scelta dell’Accademy o dell’Hollywood Foreign Press genera polemiche e controversie… ma c’è un nome intorno a cui convergono i favori e i giudizi degli amanti del cinema: Daniel Day-Lewis.

Il mio piede sinistro (1989) di Jim Sheridan. Daniel Day-Lewis interpreta Christy Brown

Daniel Day-Lewis conquista Hollywood

Descritto come un attore maniacale nella preparazione dei suoi personaggi Daniel Day-Lewis ci ha regalato performance destinate a restare nella storia del cinema. Nato a Greenwich, sobborgo a nord-est di Londra, l’attore inglese ha conquistato Hollywood mantenendo uno stile sobrio, riservato e piuttosto British. Intraprende l’attività teatrale sul prestigioso palcoscenico del Bristol Old Vic di Londra, mostrando un’innata predisposizione per la recitazione. A teatro apprende i segreti e l’arte della recitazione, affermandosi attore versatile al punto da alternare ruoli drammatici a comici con una naturalezza assoluta.

Esordisce come cameo nel Gandhi di Richard Attenborough, ma è con Il mio piede sinistro che l’attore raggiunge la fama mondiale nonché la prima statuetta, interpretando un ragazzo totalmente paralizzato con la sola eccezione del piede sinistro. Diventa brevemente un sex simbol nel 1992 impersonando Occhio di Falco ne L’ultimo dei Mohicani, rivisitazione di Michal Mann del romanzo scritto da James Fenimore Cooper con le musiche di Ennio Morricone.

Il petroliere (2007) di Paul Thomas Anderson. Daniel Day-Lewis interpreta Daniel Plainview

6 performance, 2 Premi Oscar

Attore amato e ricercato dai registi, Lewis ha stretto un sodalizio importante con Martin Scorsese. Il regista italo-americano, dopo il battesimo con L’età dell’innocenza, lo dirige in Gans of New York, superbo dramma sulla New York delle bande e delle rivalità in cui Lewis interpreta il capo dei nativi, il diabolico macellaio Bill Cutting. Simile nella natura tragica e violenta è il ruolo del cercatore d’oro Daniel Plain ne Il Petroliere che gli garantisce il secondo Premio Oscar e la sensazione di aver raggiunto il punto più alto di una carriera inarrivabile e fuori dagli schemi.

In una realtà dominata da attori intenti a massimizzare fama e cashet accettando ruoli mediocri e banali, Lewis, dal 2002, si è dedicato a solo sei performance. Si concede anche una pausa dallo schermo lunga sette anni, trasferendosi a Firenze in un appartamento in Piazza Santo Spirito e improvvisandosi calzolaio. Al suo fianco sempre l’amata Rebecca Miller, regista conosciuta sul set di La seduzione del male. Con lei condivide una vita riservata e lontana dallo start system hollywoodiano. Nel 2013 Steven Spielberg gli regala il suo terzo Oscar per l’interpretazione magistrale di Lincoln nell’omonimo film sul presidente americano che abolì la schiavitù. Lewis riesce così a sfatare la maledizione che avvolgeva il nome di Spielberg poiché mai prima di allora un attore da lui diretto era stato insignito della statuetta più ambita.

Lincoln (2012) di Steven Spielberg. Daniel Day-Lewis interpreta Abraham Lincoln

L’ultima recita…

Gli ultimi anni sono avvolti nel mistero che ha sempre caratterizzato la sua vita. Sparisce dalle scene per oltre quattro anni, infine richiamato da Paul Thomas Anderson a cui dedicherà l’ultimo atto della carriera.

In Phantom Thread, nelle sale nel 2018, Lewis vestirà i panni di un giovane stilista nella Londra degli anni Cinquanta. Come già annunciato dall’attore inglese, sarà l’ultima performance della carriera, l’ultima recita di una storia straordinaria che ci ha emozionato e terrorizzato, ci ha fatto piangere e ridere. Come pochi altri. O forse come nessun altro…