Thngs, “l’arca di Noè delle cose”, è, letteralmente e con molte probabilità, il museo digitale più al passo con i nostri tempi. È un sito innovativo, utile e accattivante.

Interessante sia agli occhi dei curiosi che a quello degli amatori, è senz’altro un degno candidato come “diario di bordo dell’umanità” che chiunque sceglierebbe di donare ai posteri.

L’essere umano, che sia per necessità o per pura avidità, da sempre si circonda degli oggetti più disparati. Non è necessario fermarsi a osservare con occhio critico l’ambiente che ci circonda per rendersi conto che le creazioni dell’uomo siano molteplici rispetto alle cifre che chiunque riuscirebbe anche solo a immaginare. Eppure la memoria della gente è labile e tutto ciò che abbiamo attorno e utilizziamo nel corso delle nostre giornate, che lo si voglia o meno, è temporaneo e distruttibile.

Thngs

Da sinistra: HotLine Pocket, Cell Phone by Ericsson (1987) — Babushka, Lamp (1916) — IMP CAES NER TRAIANO OPTIMO AVG GER DAC, Coin (97-117) — Reclamation of Mars. Forth stage, Model (2014) — Turist, Radio receiver (1959)

È così che nasce l’ambizioso progetto nominato “Thngs”: un archivio digitale potenzialmente infinito che racchiude e cataloga ogni singola invenzione. A partire dalla punta di freccia dell’uomo di Neanderthal fino a giungere allo smartphone di ultima generazione, su Thngs si trova di tutto. I vari oggetti sono accuratamente catalogati, descritti e disposti cronologicamente; le pagine sono arricchite da numerose immagini dettagliate e di ottima qualità.

Thngs

Da sinistra: Knuckle Duster, Pistol (1868-1882) — Volchok, Lighter by Volchok (2017) — Z-Chair, Chair by Zaha Hadid (2011) — RDS-1, Model (1949) — Lettera 22, Typewriter by Olivetti (1949-1950)

Da sinistra: KVN-49, TV (1949) — Socialmatic, Instant digital camera by Polaroid (2015) — Cartridge Kodak No 3, Photo camera by Kodak (1900) — Mini Car TV 1002 TV by ITS - ICE (1985-1990) — iMac 27", Computer by Apple (2012-2013)

“Siamo circondati dagli oggetti – dice il co-founder di Thngs Dima Dewinn – ed ogni cosa è una fonte di informazioni sul nostro presente, sul nostro passato ed anche sul nostro futuro. Sono la memoria fisica dell’umanità: le cose si rompono, si danneggiano e col tempo scompaiono. Ma anche se la conservazione fisica è impossibile, possiamo averne una copia digitale e preservare tutte le informazioni su ogni oggetto che sia mai stato creato”.

Thngs

Da sinistra: Mayer Harpsichord, Harpsichord (1619) — Tenugui Patchwork Juban, Kimono (1930-1980) — Fanta, Packaging by Fanta (2017) — M5010 Macintosh SE, Desktop computer by Apple (1989) — Sexy Robot Standing, Model by Medicom Toy (2015)

Thngs

Da sinistra: Krechet Space suit (1969) — Flower Vase #3, Vase by Shiro Kuramata (1989) — InstaPump Fury, Sneakers by Reebok (2017) — Game Boy, Handheld game console by Nintendo, Game Boy (1989)

Uno degli elementi che ha aiutato il sito a spiccare il volo è senza dubbio il fatto che chiunque possa contribuire al progetto. Gli utenti hanno la possibilità di inserire pagine e dettagli aiutando ad ampliare il catalogo. Ogni contributo, come ci si dovrebbe aspettare, è minuziosamente ispezionato da un sistema di controllo dei dati così da assicurare la veridicità delle informazioni riportate.

Insomma, se Thngs è “l’arca di Noè delle cose”, forse tutti noi potremmo sentirci un po’ dei moderni Noè. Non salveremmo di certo specie animali ma preserveremmo parte del nostro patrimonio culturale e ciò, probabilmente, non ci renderebbe meno degni di nota.