Questo è un periodo molto florido per i film sui supereroi, tra alti e bassi quasi ogni personaggio dei fumetti è stato rappresentato nelle sale. Ieri è stata la volta di Justice League. Il primo è stato Tom Tyler nei panni di Capitan Marvel ai tempi dei film in bianco e nero e degli effetti speciali improvvisati. Poi fu la volta del grande Cristopher Reeves, l’affascinante Clark Kent di Superman. Belli, invincibili e ammirati, i supereroi hanno sempre saputo catturare la fantasia dei fans. Le loro storie, i loro drammi e il loro coraggio incollano allo schermo milioni di appassionati, determinando il successo di un genere sempre più presente al cinema.

Wonder Woman in Justice League. Gal Gadot in una scena del film tratta dal trailer

Justice League

I supereroi al box office

Se gli incassi al box office – e in parte il giudizio dei critici – sono i parametri con cui giudicare la riuscita di un film, i supereroi hanno parzialmente raggiunto gli obiettivi prefissati. Pellicole come The Avengers (2012), Avengers: Age of Ultron (2015) e Capitan America: Civil War (2016) hanno riscritto i record dei botteghini con cifre che hanno sfondato il miliardo di dollari di incassi.

Ma, se in passato era sufficiente una massiccia dose di effetti speciali, ora il successo dei supereroi richiede nuove strategie. Dardevil, dopo il flop della versione con Ben Affleck, si è riciclato con una serie televisiva prodotta da Netlix. E quando anche sceneggiatori e registi faticano a partorire idee originali, un salto temporale può mascherare la fragilità della storia. Smalville si è focalizzato sull’infanzia di Clark Kent. Gotham, invece, esplora l’origine di Batman e di un Bruce Wayne bambino con gli occhi del commissario Gordon.

Gotham, serie TV. Benjamin McKenzie nei panni del commissario Gordon in una scena della serie TV

Gotham, serie TV

I superpoteri non bastano

Ma a volte i superpoteri, le ragnatele, il martello Mjollnir o lo scudo di Capitan American proprio non sono sufficienti a raddrizzare il film. Lanterna Verde, diretto da Martin Campbell con Ryan Reynolds nei panni del supereroe griffato DC, ha deluso milioni di fan costringendo i produttori a cancellare la programmazione di un sequel. Anche il terzo Spiderman fu stroncato dalla critica che non apprezzò la troppa distanza con il fumetto originale. E che dire di Batman Vs Superman, la risposta DC agli Avengers, che secondo le proiezioni avrebbe incassato più di 800 milioni di dollari, dovendosi poi accontentare di elemosinare 200 milioni sul mercato orientale. E ora sperano che Justice League, uscito ieri 16 novembre, non subisca lo stesso destino.

Thor: Ragnarok. Chris Hemsworth nei panni di Thor in una scena del film

Thor: Ragnarok

La verità è che la necessità (e l’obbligo) di sfornare un film ogni anno implica scelte di produzione che inevitabilmente influiscono sulla qualità. Trame banali e irreali, eroi intenti a specchiarsi nella fama già raggiunta e antagonisti troppo cattivi (o troppo buoni) richiama una costante che caratterizza i film dei moderni supereori.

Cristopher Nolan ha impiegato otto anni per terminare la trilogia di Batman realizzando nel frattempo solo The Prestige e Inception. Il regista britannico ha saputo legare temi importanti, come l’eterna lotta tra luce e tenebre, la sfida con le proprie paure e la rinuncia all’amore della vita, con la storia dell’uomo pipistrello. La critica lo definì il più bel film sui supereroi di tutti i tempi… Con tanti saluti a Thor: Ragnarok e Justice League.