Quando la CBS ha annunciato di avere in cantiere un prequel della serie TV più famosa di tutti i tempi dopo dieci anni, molti trekker hanno storto il naso. L’opinione comune era quella che non potesse uscirne nulla di buono e che i film reboot della serie classica fossero abbastanza. Altri, al contrario, hanno voluto dare una possibilità ai creatori Bryan Fuller e Alex Kurtzman… infatti, avevano ragione.
Gretchen J. Berg e Aaron Harberts sono gli showrunner della serie, con il supporto di Akiva Goldsman, dopo l’abbandono di Bryan Fuller a metà del progetto per ingerenze con la CBS. Fuori dagli Stati Uniti, è Netflix che ha acquisito i diritti per Star Trek: Discovery ed è possibile trovare la serie nel catalogo online.
Star Trek: Discovery, serie TV. Mary Chieffo interpreta L'Rell.
Il fattore distintivo della poetica di Roddenberry [il creatore della serie originale] è una visione ottimistica del futuro. Ha creato un mondo in cui tutte le specie e tutte le razze si uniscono non solo per rendere migliore il nostro mondo, ma anche per rendere migliore ogni mondo conosciuto. Penso sia qualcosa che non deve mai andare perduto nella serie. Se si perde questa visione, si perde l’essenza di Star Trek. Detto questo… viviamo in tempi molto diversi. Ogni giorno guardiamo le notizie ed è difficile vedere quello che accade. Penso che ora più che mai Star Trek sia necessario come promemoria di quello che possiamo essere. […] Star Trek è sempre stato uno specchio dei tempi e adesso la domanda è: come si preserva e protegge quello che la Flotta Stellare rappresenta di fronte a una sfida come quella di una guerra? […] – è una domanda molto interessante e sensibile. E sembra una domanda molto attuale visto il mondo in cui viviamo oggi.
Il produttore esecutivo Alex Kurtzman, parlando del rapporto tra elementi classici di Star Trek ed elementi più attuali
Star Trek ha avuto inizio nel 1966, con una serie televisiva di fantascienza ideata da Gene Roddenberry. Grazie a questo primo e inaspettato successo per oltre cinquant’anni sono state prodotte altre 5 serie TV e 13 pellicole cinematografiche. Si parla della fine degli anni ’60 e Star Trek era una curiosa novità nel panorama televisivo: le vicende ruotavano attorno alla nave stellare USS Enterprise della Federazione dei Pianeti Uniti e il suo equipaggio, con il solo scopo di “esplorare strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima”, come recita la frase d’apertura della serie.
Il successo è stato immediato. Star Trek si è guadagnato un posto d’onore nei fenomeni mondiali. Gli stessi personaggi sono diventati delle icone e, anche grazie ad un cast multietnico che mai si era visto negli anni della Guerra Fredda, si è fatto portavoce di un’esigenza di rinnovamento e di riscatto sociale.
Star Trek, serie TV (1966-1969)
Star Trek: Discovery è ambientato dieci anni prima della serie TV classica ed è incentrata sui viaggi delle navi stellari Discovery e Shenzhou. A differenza delle precedenti serie, caratterizzate per la maggior parte da episodi auto-conclusivi, Discovery è composta da un unico arco narrativo. La prima stagione è incentrata sulla nascita della guerra tra la Federazione e l’Impero Klingon. I Klingon sono da sempre i grandi antagonisti di Star Trek, inizialmente introdotti nella serie come corrispettivo dei sovietici che, durante la Guerra Fredda, erano una vera e propria fobia degli americani. Non a caso, i Klingon hanno fattezze mongole, non sono di bell’aspetto, sono aggressivi e subdoli. Col tempo, quest’immagine spregevole dell’Impero Klingon è stata addolcita, una linea che Discovery si propone di seguire in questa prima stagione (ma non sarò io a dirvi come!).
Star Trek: Discovery, serie TV. Sonequa Martin-Green interpreta il primo ufficiale Michael Burnham.
La guerra contro i nemici storici, tuttavia, sarà solo l’inizio.
Esattamente come per la serie classica, anche stavolta il cast è eterogeneo e multietnico. La protagonista è una donna di colore, primo ufficiale, interpretata da Sonequa Martin-Green. Anche il capitano della Shenzhou è una donna, ma di orgini asiatiche, interpretata da Michelle Yeoh.
Se Discovery sarà all’altezza della saga di cui porta il nome, solo il tempo potrà dircelo. Netflix, per ora, ha rilasciato solo i due primi episodi della serie. Ogni lunedì verrà rilasciato un episodio e, numeri alla mano, i fan non aspettano altro. Secondo la CBS, si parla di quasi 10 milioni di spettatori solo per la première, un numero importante che potrebbe aumentare a 15 milioni già per il prossimo episodio. Nel frattempo, in meno di un giorno, il pilot è balzato ai primi posti nella classifica degli show più scaricati illegalmente.
Star Trek: Discovery, serie TV.
Oltre ad aver riportato Star Trek sul piccolo schermo dopo dieci anni, la CBS si è posta come obiettivo anche quello di far appassionare nuovi spettatori alla serie. Discovery è un prequel e non è necessario essere a conoscenza dell’universo della serie, per questo motivo è accessibile a chiunque. I fan storici, invece, potranno immergersi di nuovo nell’universo della Federazione.
Nonostante l’ottimo inizio, le critiche non sono mancate. Molti non rivedono la tradizione di Star Trek nella scelta della storia, nè nell’immagine dei Klingon, usati di continuo come antagonisti, visto che la storyline dell’Impero Klingon si era già conclusa. In ogni caso, l’opinione generale è che Discovery meriti di sicuro la visione del pilot.
Nella speranza che i restanti tredici episodi tengano il livello alto dei primi due, “lunga vita e prosperità” a tutti i trekker italiani!