Nella scena iniziale di Ritorno al Futuro Doc chiede a Marty chi sia il Presidente nel 1985. “Ronald Reagan”. “Ronald Reagan l’attore? E il vicepresidente chi è Jerry Lewis? Suppongo che Marylin Monroe sia la First Lady e John Wayne il ministro della guerra”.
Reagan fu bello, ma non bellissimo, carismatico senza apparire arrogante, affascinante quel giusto per diventare il primo attore eletto Presidente degli Stati Uniti.
La sua carriera nel cinema non decollò mai pienamente, fermandosi a una trentina di produzioni. Proprio per questo i democratici in campagna elettorale lo schernirono “speriamo che a fare il presidente sia più bravo che a recitare” e Michael Moore lo definì il re dei film di serie B.
Reagan è solo il precursore di un cammino che negli anni si è arricchito di diversi protagonisti. In Inghilterra è stata Glenda Jackson, due Oscar come miglior attrice protagonista in Donne in amore e Un tocco di classe (che non ritirò mai), a passare dal cinema alla politica. La carriera della Jackson incominciò nel 1992 con l’elezione a parlamentare tra le fila del partito laburista per poi proseguire alla Camera dei Comuni.
Arnold Schwarzenegger, il culturista di Thal, approdò in America sulla scia dei numerosi titoli di body builder. James Cameroon lo volle per la parte di Kyle Reese per la serie Terminator garantendogli il successo planetario. Per tutta la carriera, Arnold, si oppose al cliché Holliwoodiano democratico e progressista, impersonando il “Repubblicano che mostra i muscoli”. La sua storia politica annovera due governatorati della California, il sogno di un ritocco della costituzione in modo da candidarsi alla Casa Bianca, e il recente impegno ambientalista.
Un impegno che condivide con Leonardo di Caprio che da anni è in battaglia contro il riscaldamento globale. Il suo documentario Before the Flood, girato in collaborazione con il National Geographic, potrebbe essere il suo trampolino di lancio verso una futura, e invocata, carriera politica. Certamente Di Caprio sarebbe un candidato con un pedrigree lontano da Reagan, con alle spalle film memorabili e l’Oscar, che gli hanno garantito uno status di VIP già prima di ricoprire cariche pubbliche. Un tesoretto importante da spendere in un’eventuale campagna elettorale.
Quasi come l’amico George Clooney, anche lui due volte premio Oscar per miglior attore non protagonista in Syriana e miglior film per Argo. Il Batman di Joel Shumacher ha sempre trasmesso la passione per la politica nei suoi film da Le idi di Marzo, trasposizione modera della tragedia di Giulio Cesare in chiave americana, e appunto Argo, dramma che ripercorre la fuga dei diplomatici americani dall’Iraq di Khomeini. Per anni George ha supportato diverse cause umanitarie, dalla campagna Save Darfur a Hope for Haiti Now. Democratico convinto, in molti hanno visto il suo pubblico sostegno alla marcia contro le armi di Washington come il primo capitolo di una storia politica ancora tutta da scrivere, che presagisce un epilogo particolare.
Cinema e politica presentano un connubio difficile da spezzare, arte oratoria, bella presenza davanti alla telecamera e carisma sono doti che premiano sia su un palcoscenico davanti al pubblico sia davanti al Congresso. Ogni politico che si rispetti ha un passato sullo schermo. Quando rivedete Mamma ho riperso l’Aereo: mi sono smarrito a New York, fate attenzione al signore che dà indicazioni a Kevin al Plaza Hotel. Il volto potrebbe esservi familiare…