L’haute couture, si sa, è per pochi, anzi pochissimi. La cifra delle clienti abituali del settore si stima arrivi ad “appena” 4.000 unità, numero ridicolo se pensiamo su scala globale. Eppure, quegli abiti inarrivabili (per portabilità ma, soprattutto, per costi da capogiro) incarnano il valore stesso della moda, quel suo simbolizzare un sogno proprio perché (quasi) inaccessibile. Ricami, volants, fiocchi e preziosismi vari rendono ogni capo una visione, un miraggio estetico e artigianale perché (e questo è davvero il valore aggiunto dell’haute couture) ciascun pezzo è il frutto del lavoro attento, instancabile e minuzioso di sarte, première e ricamatrici.

Valentino Spring Summer SS 2018 Woman sfilata Alta Moda by Pier Paolo Piccioli detail

Foto: IMAXtree (via The Impression)

E non è un caso che quest’anno, a trionfare a Parigi, sia stato proprio Pier Paolo Piccioli che, da Valentino, ha voluto rendere omaggio a quelle “piccole mani” che rendono ogni collezione possibile. “Non chiamatele petites mains”, chiosava l’account Instagram ufficiale della maison romana e, in effetti, il lavoro è tutt’altro che piccolo. Ore e ore, nell’ordine delle centinaia se non migliaia, in cui dita sapienti scorrono su pizzi, intarsi e sete per creare il sogno.

CHEZ VALENTINO, LA COUTURE SI FA CONTEMPORANEA

Piccioli riscopre anche l’atelier. Quel luogo intimo e caldo dove il couturier si circonda dei fedeli collaboratori per realizzare l’incanto della moda, in una ripresa della tradizione che non è detto contrasti con la contemporaneità.

Foto: Marcus Tondo / Indigital.tv (via Vogue)

Da Valentino, infatti, Pier Paolo Piccioli fa sfilare quelli che (all’apparenza) sono opposti: i chinos, il trench e una canottiera bianca che incontrano il lirismo dei cappelli in piume di struzzo (by Philip Treacy). Perché “il futuro della couture è nelle sue origini”. Ma è anche vero che quella di Valentino è una “couture per il presente”, come ha dichiarato Piccioli. E allora i fiocchi, le maniche a sbuffo, i cristalli e le pellicce, vanno a braccetto con pantaloni e felpe, quasi a suggerire che anche il look più casual può essere “couture”. E questo, forse, per far sognare un po’ di più anche noi, che non facciamo parte di quei “famosi” 4.000…