L’anno scorso, le fashioniste più accorte lo ricorderanno, Julie Houts era balzata agli onori delle cronache modaiole per un progetto dissacrante sui deliri da fashion week. In partnership con il sito Stylebop.com, l’artista aveva tracciato alla perfezione tredici ritratti di figure (più o meno professionali) che popolano quella giungla semi seria che è il fashion system.
Julie Houts per Stylebop.com
C’erano un po’ tutti: pr, designer, modelle off-duty, blogger, influencer e giornalisti. Personaggi acquerellati in modo spettacolare e burlati da didascalie ironiche al punto massimo. La legenda di Peacock, giusto per citare uno degli sketch più divertenti della Houts, riportava le “clausole dell’outfit”. L’ensemble, per poter essere considerato degno di questo nome, doveva essere “fotogenico” e “composto per il 95% da regali dei pr”.
D’altronde, Julie Houts il mondo della moda lo conosce bene. Ha studiato fashion design alla Parsons di New York e affianca il suo lavoro di disegnatrice a quello di stilista per J. Crew. E, se è vero che la moda è una cartina tornasole della società, l’arte della “Instagram’s favorite illustrator” – così come l’ha definita Vogue – non poteva sottrarsi dal prendere di mira anche altri aspetti dell’epoca contemporanea.
Le moderne ragazze disegnate da Julie, ci hanno mostrato anche le gioie e i dolori del dating di ultima generazione, dove “stalkeraggi” degli ex e appuntamenti su Tinder sono la norma. Facendo un giro sul suo profilo Instagram poi, si scorgono anche un macabro Harvey Weinstein “accortosi” solo di recente dell’umanità delle donne. O ancora una ragazza che, leggendo la cronaca delle varie accuse di molestie, è intenta in un’improbabile colazione con un fidanzato alquanto impaurito.
Virando su argomenti più leggeri, se l’isteria da black friday-cyber monday può essere considerata tale, una delle ultime vignette pubblicate da Julie fotografa la fashion addicted per eccellenza. Una schiava della moda che, incurante delle occhiaie e della bava alla bocca, continua compulsivamente gli acquisti davanti al pc.
Un grande catalogo a colori delle isterie di un’epoca di social media. Così potremo definire Literally me. Dalla beauty routine di una sposa che aspira alla perfezione per “il grande giorno”, alla crisi esistenziale di una Kendall Jenner indisposta all’uscita. Dai viaggi al Coachella ad opera delle “Quattro Amazzoni dell’Apocalisse”, alla moda-mania del femminismo, fino ad arrivare al diario del “Fiddle Ficus”, un albero che vive – niente poco di meno che – all’interno di un negozio Céline. Literally me, uscito lo scorso 24 ottobre e disponibile online, è un viaggio al vetriolo tra ossessioni e manie moderne, una pillola del buonumore consigliata in dosi massicce.