Abbiamo assistito negli ultimi 10 anni alla trasformazione della cinematografia fantascientifica. Uno sviluppo che ha portato l’intero genere della fantascienza verso qualcosa che è sempre più difficile da identificare. L’atterraggio lunare dei fratelli Lumiere, così come tutte le esplorazioni spaziali, sottomarine, temporali, sono confluite, negli ultimi tempi nell’esplorazione interiore. Nell’intessitura di trame e racconti che si rifanno alla quotidianità, alle emergenze climatiche, alle paure nascoste della nostra società iper-tecnologica.
Forse è proprio a causa dell’iper-connettività e della globalizzazione forzata che nascono titoli cult quali Ex Machina, Under The Skin, Downsizing, The Void e Arrival.
Capolavori di questa nuova fantascienza in cui fantasia, storia e “realtà” creano trame in grado di riflettere i timori della nostra società odierna. Gli effetti speciali sono sempre più mirati a evidenziare e tracciare l’intento di trascendere la spettacolarità fine a sé stessa. Il fine ultimo dello sviluppo in digitale ha portato i film di autori, registi e sceneggiatori a confluire in un mix in cui, il confine tra fantasia realtà, è talmente sfuggente da essere talvolta complementare allo svolgimento stesso.
Nel film d’esordio del regista Alex Garland thriller e fantascienza si mescolano per dare vita a una pellicola ibrida. Le tensioni della nostra attualità vengono reinterpretate a dar voce alle preoccupazioni riguardo all’avvento dell’intelligenza artificiale. Gli effetti speciali, che hanno trasformato il corpo Alicia Vikander, hanno permesso alla pellicola di vincere l’Oscar per, appunto, i migliori effetti speciali.
Il film è interamente girato negli ambienti di una casa di montagna.
Il film, tratto dallo stupendo romanzo Sotto la pelle di Michael Faber, ricalca la trama del libro immergendola nel contesto di un cinema autoriale. Il film di Jonathan Glazer si discosta molto dal genere fantascientifico e gli “alieni” hanno sembianze più che mai umane. La splendida Scarlett Johansson, nei panni di uno di questi esseri, avvicina, seduce e rapisce autostoppisti, con il pretesto di offrire loro prestazioni sessuali. La fantascienza, qui, diventa pretesto per narrare la scoperta dell’intimità.
Il film, di cui abbiamo già parlato, ha aperto la 74ª Mostra internazionale del cinema di Venezia. Acclamato dalla critica, Downsizing di Alexander Payne sorprende per la capacità di accostare temi come la solitudine, l’abbandono e la salvezza del mondo intero con naturalezza e senza ricorrere a stereotipi. Il film ci presenta un futuro distopico non troppo lontano, in cui gli abitanti del mondo possono scegliere di vivere “da ricchi, ma in dimensioni ridotte” per diminuire il consumo di risorse a livello globale. La trama, per il protagonista Matt Damon, assume risvolti inaspettati. Il trailer non rende affatto giustizia a questo splendido film!
The Void riprende quel filone di horror anni ’80. I registi Steven Kostanski e Jeremy Gillespie ambientano il film in una clinica in cui si svolge tutta la trama. Una setta prende di mira i protagonisti – Aaron Poole, Kenneth Welsh, Daniel Fathers, Kathleen Munroe ed Ellen Wong – che, in una spirale di tensione e di orrore, cercano di sopravvivere.
La studiosa Louise Banks, interpretata da Amy Adams, entra in un team che ha il compito di riuscire a comunicare con una specie aliena atterrata sulla terra. Il film di Denis Villeneuve, tratto da un racconto incluso in Storie della tua vita di Ted Chiang, affronta temi come dello scorre del tempo e di come il nostro pensiero sia legato al linguaggio orale. Il film fa riflettere su come comunichiamo, sull’uso che facciamo delle parole e sul nostro relazionarci con gli altri e con il “diverso”.