S’intitola Italiana: L’Italia vista dalla moda 1971-2001 ed è uno di quegli appuntamenti da segnare, obbligatoriamente, in agenda. Non perché celebrativa dei sessant’anni di Camera Moda e nemmeno perché allestita in piena fashion week milanese. Piuttosto, per l’interessantissimo affresco che Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi, co-curatori della mostra, fanno della moda italiana, analizzandone alcuni dei decenni cruciali.
Sala Diorama. Foto: F. de Luca
Si parte (metaforicamente, perché la mostra non segue un ordine cronologico) dal 1971. Un anno fondamentale in cui le presentazioni della moda italiana slittano da Firenze a Milano, fulcro del nascente prêt-à-porter, grazie all’intuizione di Walter Albini. Si scorrono anni, stili e personaggi per arrivare poi al 2001 – data tristemente famosa, che costringe tutti a riflessioni e cambiamenti, sistema moda compreso. Decenni importanti, insomma, e decisivi per l’affermazione nel mondo di quell’etichetta ancora oggi così affascinante che è il made in Italy.
Foto: F. de Luca
Tra design e industria: il successo della moda italiana
Sono gli anni Settanta che vedono l’affacciarsi per la prima volta di una figura tutta italiana: lo stilista. Personaggio ibrido, a metà strada tra il creativo e l’imprenditore, lo stilista realizza collezioni per diverse aziende e conosce alla perfezione il suo pubblico di riferimento. Lo incarna fedelmente Walter Albini, protagonista indiscusso di quella stagione della moda italiana che vede l’affermarsi sulla scena mondiale del prêt-à-porter e dei suoi protagonisti. Sotto la lente d’ingrandimento di “Italiana” c’è proprio questo: il binomio moda e industria, creatività e serialità. Coppie di opposti che trovano il minimo comune denominatore nel nostro paese, fatto di tante, piccole, realtà aziendali che si reinventano e tessono tra loro una rete di rapporti creativi e industriali che continua a rivelarsi vincente.
Abiti Laura Biagiotti e acessori Fendi. Foto: Oliviero Toscani. Courtesy Archivio Condé Nast Italia
E poi gli anni Ottanta firmati Armani e Versace. Quelli del power dressing, del guardaroba di Lui riaggiornato per Lei e della commistione tra tradizione e modernità.
In mostra più di cento abiti, ma anche oggetti d’arte e di design, riviste e fotografie d’autore, in un gioco di rimandi che mira a rivelare le infinite connessioni tra la moda e una società che cambia, evolve e si trasforma. Già, perché con gli anni Novanta, quelli del minimalismo e della globalizzazione, l’Italian lifestyle è già costretto a un ripensamento; una rivalutazione interna che, con l’attentato alle Torri Gemelle del 2001, diventa d’obbligo.
© Miguel MEDINA AFP
Ecco perché l’esibizione, allestita a Palazzo Reale a Milano, è da vedere. Perché usa la moda come una bellissima lente d’ingrandimento sull’Italia, evidenziando le peculiarità (e lacune) di un sistema sempre troppo poco studiato e analizzato.
Italiana: L’Italia vista dalla moda 1971-2001, organizzata da CNMI, Comune di Milano e Palazzo Reale, sarà in calendario dal 22 febbraio al 6 maggio 2018. Per tutte le informazioni sulla mostra, è possibile visitare il sito del Palazzo Reale di Milano.