Paolo Barretta è un giovane fotografo di 22 anni originario di Agropoli che ha conseguito un diploma di secondo livello in fotografia, comunicazione e post produzione alla European Academy of Rome (Romeur Academy). La sua passione per la fotografia nasce quando era un bambino, ma è dal Liceo Artistico, dove ha potuto avvicinarsi al mondo della pellicola e dello sviluppo, che questa passione diventa un tutt’uno col suo modo di percepire il mondo. Ora vive e lavora a Bologna dove ogni giorno tenta di fare della fotografia la sua occupazione principale. Gli abbiamo fatto qualche domanda sul suo percorso e sul suo futuro.
Paolo Barretta, Shelter
Buongiorno Paolo. Uno dei tuoi ultimi progetti, This Empty Hemisphere, è una riflessione sul concetto astratto di connessione. Parlarcene.
Buongiorno a voi. Sì, il mio ultimo progetto This Empty Hemisphere tratta esattamente della connessione astratta e invisibile che unisce individui distanti tra loro tramite un elemento: la comprensione. Questo progetto è stato un modo per affrontare il tema della perdita e del ritrovamento di una costante nella vita di tutti noi che è la speranza di non essere soli.
Paolo Barretta, This Empty Hemisphere
Molti dei tuoi lavori ritraggono soggetti al centro della scena, molto spesso ampia e vuota. Cosa significa e quanto è importante lo spazio nelle tue fotografie?
Lo spazio e la geometria sono essenziali per me. Sono attratto istintivamente da spazi naturali incontaminati, e il mare vince su tutto. Questo lo devo alla mia formazione, resa possibile grazie al fatto di essere cresciuto sul mare. Con il tempo tutte le sue peculiarità sono entrate a far parte del mio DNA: l’aria sulla pelle, il suono delle onde, il suono che fa ritrovare se stessi. Spazio e geometria sono per me il modo che ho per riordinare in uno scatto il groviglio di linee che ho nella testa.
Chi sono i soggetti che ritrai?
I soggetti che ritraggo sono spesso persone a cui voglio far comunicare ciò che mi somiglia. Molto spesso amici, ma, talvolta anche chi non conosco quasi per niente. È importante per me che ciò che arriva sulla lente sia reale: uno sguardo, un istante o un dettaglio.
Paolo Barretta, For drunken poet
Paolo Barretta, I'm an island who nobody finds.
Paolo Barretta, Good dreams
Paolo Barretta, She broke your throne
Quando hai iniziato a scattare le tue prime foto e soprattutto quando hai capito che la fotografia era importante per te?
Ho iniziato a scattare le mie prime fotografie intorno il dodicesimo anno di età con una compatta con la quale fotografavo inizialmente un po’ ciò che alle prime armi tutti inseguono: natura, tramonti, ritratti. Ho quasi da subito compreso che la fotografia fosse una componente del mio quotidiano che non avrei smesso di praticare.
C’è un tuo scatto a cui sei particolarmente affezionato? E tra gli scatti di altri fotografi? Perché?
Sì, certamente. Lo scatto a cui sono più affezionato è anche quello che fondamentalmente può rappresentare il mio riflesso emblema del mio lavoro e del mio spettro emotivo. È d’altronde anche l’immagine che più di tutte ha avuto “successo” in quanto copertina di un romanzo di Romana Petri per Longanesi editore. Sono legato a quello scatto perché era destino che lo facessi. Per quanto riguarda gli scatti di altri fotografi, ho una foto in particolare alla quale sono affezionato ed è questa (vedi foto di ragazzo steso a terra a guardare tramonto) anche se sfortunatamente non ho mai avuto modo di sapere chi ne sia l’autore. Ne sono affezionato perché riassume quasi completamente ciò che è la mia più profonda attitudine nei confronti della vita. Se mi chiedessero “cosa vuoi fare nella vita?” io risponderei sicuramente con questo scatto.
Paolo, dopo un piccola ricerca, siamo riusciti a trovare l’autore della fotografia. Si chiama Shawn Lenker.
Shawn Lenker, Exploring the irish coast
Abbiamo trovato questa tua fotografia che è stata condivisa da Dark Beauty Magazine, un magazine che su Facebook è seguito da milioni di persone. Vuoi parlarcene?
Paolo Barretta, Silent Weapons
Questa fotografia è paradossalmente un qualcosa che ho creato nel tempo libero. Non la ritengo tra le più importanti o più significative del mio percorso ma sono rimasto davvero molto contento che sia stata condivisa da un magazine di tale portata.
Che rapporto hai con i social? E secondo te, chi sono i tuoi followers?
Il mio rapporto con i social è mutato rispetto al passato. Prima ero probabilmente più all’inseguimento dei vari social per restare aggiornato su tutto, senza conoscere realmente chi fossi. Successivamente a determinate vicende che hanno aiutato a comprendermi e analizzarmi più profondamente come persona ho mantenuto attivi solo i principali social, ristrutturandoli a mia immagine e somiglianza filtrandone i contenuti in base a ciò che artisticamente sono. Chiaramente eccezion fatta per Facebook, che si sa, è un piccolo diario personale. Chi sono i miei followers? Devo dire che non ne ho la più pallida idea, suppongo persone interessate ai miei contenuti.
Sappiamo che sei originario di Agropoli (SA), dove hai studiato immagine fotografica al Liceo Artistico. Da Agropoli ti sei spostato a Roma per studiare alla Romeur Academy (European Academy of Rome) e da Roma a Milano. Ora vivi a Bologna. Pensi di esserti fermato qui? Qual è la tua prossima mossa?
Questa è senza dubbio la domanda più complessa tra tutte. Ora sono a Bologna e in tutta onestà faccio un lavoro che non mi piace fare ma che serve per stabilirsi e potersi muovere liberamente in altre direzioni. Sì, vorrei stabilirmi qui a Bologna per un periodo di tempo che superi un anno. Questa è la mia terza città in tre anni e devo ammettere che l’idea di restarci per un po’ mi intriga. La mia prossima mossa è senza dubbio cercare di star bene, cosa che inseguo da un po’.
Paolo Barretta, The Night
Paolo Barretta, The way to hell
Paolo Barretta, Sick Travellin
Paolo Barretta, Meet me on the equinox
Quali delle tue fotografie riuscirebbero al meglio a descrivere chi sei stato, chi sei e chi vorresti essere?
Paolo Barretta, No Sound But The Wind
Paolo Barretta, Motionless
Paolo Barretta, Summer '16
Visto che siamo alla domanda n. 10, dimmi 10 cose che vorresti fare, avere o dire in futuro.
1. Vorrei avere la capacità di apprezzare meglio ciò che mi circonda. 2. Vorrei sentirmi più al sicuro nel mondo in cui viviamo. 3. Vorrei che tutte le persone a cui voglio sinceramente bene siano contente di essere sé stesse, siano felici. 4. Vorrei davvero tanto riuscire a realizzarmi professionalmente con la fotografia, nello specifico come direttore della fotografia. 5. Vorrei essere più aperto verso le persone che troppo spesso non faccio entrare. 6. Vorrei smetterla di ripetermi cosa vorrei in futuro senza mai ottenerlo. 7. Vorrei scrivere la colonna sonora di un film. 8. Vorrei avere un bel miliardo di euro. 9. Vorrei che i motivi per i quali ci si sveglia la mattina siano conformi a ciò che ti rende contento o quantomeno soddisfatto di alzarti dal letto. 10. Infine, vorrei fare pace con me stesso.