Giovane studentessa originaria di Salve, in provincia di Lecce, Ylenia Comi fa della fotografia, della poesia e ultimamente anche della pittura, i suoi mezzi espressivi che “più che convivere, coesistono indisturbati”. Se il cinema influenza il suo modo di costruire la fotografia, l’inquadratura, la poesia influenza quello che è il significato delle sue fotografie. Forma e contenuto si uniscono in un linguaggio in continua evoluzione, in un linguaggio che è una ricerca costante.

L’abbiamo incontrata su Flickr e abbiamo deciso di farle qualche domanda.

Buongiorno Ylenia. Hai 23 anni e stai per laurearti in Beni Culturali nella città di Lecce. Cosa farai dopo gli studi?

Le idee sono tante, ma di sicuro continuerò gli studi indirizzandomi di più sull’aspetto organizzativo e curatoriale dell’arte e dei suoi spazi. Raggiungere un punto d’unione solido tra ciò che studio e ciò che creo sarebbe uno dei miei sogni, come quello di gestire uno spazio in cui l’arte possa farsi sentire forte. Non proprio una galleria ma un luogo in cui ospitare anche installazioni o performance artistiche, amo molto l’arte contemporanea e la sua carica espressiva ed emozionale. Ma per ora sono solo idee, sono molto creativa e ne nascono sempre di nuove! Vedremo.

Ylenia Comi, Siamo fatti del 70 per cento di mare

Ylenia Comi, Siamo fatti del 70 per cento di mare

Ylenia Comi, Mother and daughter

Ylenia Comi, Mother and daughter, 29x42, acrilico su tela

Ylenia Comi, The room of seasons

Ylenia Comi, Male chauvinism

Tra i tuoi interessi rientrano la fotografia, la poesia e, ultimamente, anche la pittura. In che modo li fai convivere?

Più che convivere, coesistono indisturbati. Nessun interesse ne spintona un altro, non ho mai avuto difficoltà di “organizzazione mentale” o preferenziale perché so che metto tutta me stessa in qualsiasi mia creazione. Nascono tutte da un qualcosa che voglio esprimere, sia esso un’emozione, una riflessione o un ricordo. Talvolta i diversi interessi si sostengono a vicenda e s’intrecciano, perché mi capita molto spesso di ideare un progetto fotografico mentre scrivo una poesia o di pensare ad una nuova rappresentazione per un nuovo quadro mentre scatto una foto. Devo solo ricordare di appuntare tutto su una delle mie innumerevoli agende per non dimenticare nulla.

Le tue fotografie vanno dal paesaggio allo still life, dalla street al ritratto. C’è un genere che preferisci?

Beh mi verrebbe da dire di no, ma solo perché quando trovo quelle situazioni fotografiche “in cui mi pare di sentire il mondo intero, come uno squarcio di luce potentissima che si richiude subito dopo”, come ho scritto tempo fa, non riesco a non puntare la mia macchinetta fotografica per cercare di catturare quell’istante nel migliore dei modi. È come se le foto di street fossero per me dei ricordi di emozioni vissute, le foto di street le subisco! Però devo anche dire che dedico molto più tempo ai progetti fotografici che mi saltano in mente, a curarne i particolari concettuali ed estetici.

Ylenia Comi, My summer feelings

Ylenia Comi, My summer feelings

Ylenia Comi, Visione di sud. 4

Ylenia Comi, Visione di sud. 4

Ylenia Comi, sfogliamo i ricordi nell'autunno della nostra vita.

Ylenia Comi, sfogliamo i ricordi nell'autunno della nostra vita.

Sappiamo che il cinema, soprattutto, influenza il tuo modo di fotografare. Raccontaci qualcosa di più.

Ricordo che da piccola mi divertivo a usare il pulsante del “blocca immagine” del telecomando della TV, così da guardare per qualche secondo la scena che avevo scelto di bloccare in una immagine immobile e perfetta. Col tempo, appassionandomi sempre di più al cinema e guardando molti più film, ho sviluppato una curiosità e un interesse molto forti nei confronti delle riprese cinematografiche. Mi piace molto osservare le inquadrature che il registra, o insieme a lui il direttore della fotografia, hanno scelto e preferito ad altre per la realizzazione di una ripresa. Quindi ora mentre guardo un film mi capita spesso di dire, anche ad alta voce, “che ripresa perfetta! Non poteva scegliere prospettiva migliore!”.

Ylenia Comi, Ritagli

Ylenia Comi, Ritagli

Ylenia Comi, Minimal snowy sky

Ylenia Comi, Minimal snowy sky

Ylenia Comi, Windows in the night

Ylenia Comi, Windows in the night

A proposito di cinema, c’è un film che ti è piaciuto particolarmente più di altri?

Questa è una domanda troppo difficile, non saprei rispondere. Però posso dirvi, in risposta anche alla domanda precedente, che quando ho visto per la prima volta Vivre sa vie di Godard sono rimasta sbalordita dalle riprese che ho visto, tanto che i primi minuti del film li ho rivisti per tre volte. Ricordo ancora perfettamente la scena iniziale, dei due ex amanti seduti in un bar a bere un caffè e ripresi di spalle in delle inquadrature statiche e tagliate per metà imperfettamente perfette. Così ho iniziato ad amare moltissimo tutti quei film nati dalla Nouvelle Vague degli anni ’60-’70, con quelle loro scene meravigliose riprese in modo raffinato e concettuale. Se dovessi citare un regista italiano del quale amo molto il modo di costruire le scene citerei Sorrentino. Penso che La grande bellezza sia un gioiello e anche due altri suoi film come Youth o Le conseguenze dell’amore mi sono piaciuti. Sorrentino riesce a giocare con quelle condizioni esistenziali pesantissime, rendendole leggere come una poesia.

Un regista che più di altri ispira il tuo lavoro?

Non ho nessuna preferenza particolare, il cinema e le riprese cinematografiche sono per me una palestra per lo sguardo e per la costruzione dell’immagine. Magari mi soffermo anche a guardare qualche scena del primo film che capita cambiando canale in TV. Però ci sono registi che sono ovviamente i pilastri della storia del cinema e dei miei “allenamenti”, come Godard, Truffaut, Bertolucci, Fellini, Kubrick, Woody Allen o Tarantino!

Ylenia Comi, Just another cigarette

Ylenia Comi, Just another cigarette

Ylenia Comi, ' Can we stay here? '

Ylenia Comi, 'Can we stay here?'

Ylenia Comi, I want to be your recurring dream

Ylenia Comi, I want to be your recurring dream

Quali delle tue fotografie riuscirebbe al meglio a descrivere chi sei stata, chi sei e chi vorresti essere?

Questa è una bella domanda, impegnativa direi. Nei miei scatti trovo sempre le tre ‘me’ insieme, perché voglio esserci tutta intera, con tutta la mia vita. Ci sono molti aspetti del mio essere e del mio modo di fotografare che sopravvivono ancora e penso siano quei caratteri distintivi che porterò sempre con me. Però ovviamente col tempo sono cambiata, ogni tanto vado a trovare la vecchia me riguardando le vecchie foto e i vecchi autoritratti. Nella foto The room of seasons avevo 20 anni e come didascalia scrissi: “È sempre stata affascinata dal mutar delle stagioni, perché le fa sembrare più umano il tempo. Allora ha creato una stanza per le sue stagioni… una stanza dove è sempre autunno quando è sola”. Erano foto di me per me, fotografavo costantemente in interni perché cercavo di scoprirmi ed esprimermi attraverso un’estetica intimista. Ora sento di essermi “sbozzata”, come fa lo scultore con la sua statua. Ho eliminato i fronzoli, ciò che non sentivo più radicato in me, e quindi ne vengono fuori foto con un’estetica più essenziale, ad esempio.

Ylenia Comi, The room of seasons

Ylenia Comi, The room of seasons

Il progetto fotografico Soliloqui penso sia l’esempio più concreto, le foto sono in bianco e nero e molto minimal. In una foto guardo fuori mentre sono seduta ad una scrivania con solo la mia tazza da tè in una mano. È una foto di me per altro, per ciò che vedo fuori e che voglio sentire e tradurre.

Ylenia Comi, Soliloquio 07

Ylenia Comi, Soliloquio 07

Le foto che verranno in futuro saranno ciò che vorrei essere. Un’esploratrice di concetti, visioni ed emozioni attraverso forme, oggetti, luoghi e colori sempre nuovi.

Ylenia Comi, Find my soul

Ylenia Comi, Find my soul

Ylenia Comi, A sad poetry

Ylenia Comi, A sad poetry

Le tue foto, soprattutto quelle che pubblichi su Instagram e Tumblr, spesso sono accompagnate da tue riflessioni. La domanda è spontanea: ritieni più potenti le immagini o le parole?

Nel mio caso un’immagine può essere figlia di parole o delle parole possono essere figlie di un’immagine. Per me hanno la stessa potenza, cambia solo il mezzo espressivo. Una poesia non fa altro che offrirci immagini, un’innumerevole quantità di immagini che ognuno di noi vede a modo suo. Una fotografia ci offre una poesia o più poesie anche se non scritte, con un’innumerevole quantità di parole che ognuno di noi scrive nella propria testa a modo suo.

Progetti artistici per il futuro?

Per il futuro, quello più prossimo, ho in mente altri piccoli progetti fotografici per raccontare delle storie e dei pensieri che mi stanno molto a cuore.
Dopo ho intenzione di dedicarmi anche a piccoli video artistici e a un altro progetto riguardante la possibile unione tra fotografia e pittura. Non come quello che ho già sperimentato con la pittura su foto, ma portando proprio concettualmente le mie rappresentazioni e i miei disegni all’interno di una foto. Non voglio aggiungere altro, spero solo di riuscire pian piano a fare tutto e a mostrarveli!