Per la prima volta al pubblico, viene presentato un corpus di fotografie, dipinti ad olio, acquerelli, schizzi da taccuino, che testimoniano il viaggio di Imer Guala in Africa Orientale nel 1958. La mostra, dal titolo Imer Guala. Taccuino di viaggio. Memorie e segni d’Africa 1958, sarà a Mantova, presso la Ex Chiesa Madonna della Vittoria fino al 7 gennaio 2018. Le opere esposte sono 65, tutte inedite.
La mostra nasce da un’eccezionale scoperta d’archivio. Il materiale risale al 1958. Per le tele, viene condotto il restauro delle opere e delle cornici dalla Legatoria De Pasquale. Gli scatti fotografici vengono analizzati da Pietro Marsi, critico esperto, e proposti con un’accurata stampa in bianco e nero da Roberto Bernè. (Stampa su carta 100% Cotton in Digital Art Hahnemu ehle Matt FineArt Gmbh). Viene persino ritrovata la macchina fotografica Rietzschel, insieme ad altri oggetti cerimoniali e di uso quotidiano.
Elisabetta e Chiara Guala decidono di rendere omaggio all’artista, scomparso dal 2014, con il progetto di una mostra itinerante che abbia un valore storico e artistico. La prima tappa del tour è a Mantova.
L’Africa di Imer Guala a Mantova
Nel 1958 Imer Guala aderisce all’invito di Angelo Lombardi per un “viaggio/safari” in Africa. Il viaggio è diretto in Kenya, Tanganika e Uganda e ha scopo documentaristico ed esplorativo. Una volta partito, il giovane artista si rivela entusiasta della scoperta africana, al punto che, al concludersi della spedizione, decide di fermarsi ancora 90 giorni ospite dei nativi.
Nel corso del soggiorno africano, Imer Guala si dedica alla pittura, rappresentando su tela impressioni, episodi e realtà della sua vita quotidiana. Il suo diario, ricco di appunti, schizzi e bozzetti, è una vera e propria miniera di informazioni che restituisce, al lettore di oggi, uno spaccato di che cosa poteva significare un viaggio in Africa alla fine degli anni Cinquanta.
Imer Guala ha con sé una macchina fotografica, che utilizza per documentare luoghi e persone. Gli scatti di Imer Guala, perfetti per tecnica, inquadratura e composizione, sorprendono perché sono stati realizzati con una Rietzschel. Si tratta di una macchina di manifattura tedesca, studiata per utenti mancini-dislessici, privi di indice medio e anulare della mano sinistra. La Rietzschel doveva risultare di difficile utilizzo per Imer Guala che tuttavia, da autodidatta, imparò ad usarla con ottimi risultati.
Le opere pittoriche di Imer Guala tradiscono una poetica naturalistica e intrisa di luce, attenta a farsi coinvolgere dall’atmosfera africana e da rappresentarla nell’immediato. Anche se differenti dalla ricerca estetica che Guala condurrà in futuro, le tele africane s’inseriscono, secondo i critici, in un percorso artistico
coerente, che avrebbe visto i risultati più maturi negli anni a venire.
…La lunga corsa attraverso l’Est Africa mi ha preparato fisicamente e in spirito al compimento di quanto mi ero prefissato. Ho cercato un angolo in quest’Africa, che rapidamente si sta trasformando verso la civiltà, che mi facesse vivere e fissare momenti e aspetti di primitiva bellezza…
Imer Guala
L’esperienza africana forse non è mai stata dimenticata da Imer, è rimasta lì, tra le pieghe del suo inconscio, recuperata, in modo più o meno consapevole, nelle pieghe dei suoi ultimi quadri. Ciò che ci segna in maniera indelebile, prima o poi raffiora…
Marco Zerbola
L’esposizione è promossa dall’Associazione Culturale “Imer Guala” (sito) in collaborazione Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, con il patrocinio del Comune di Mantova, del Comune di Sordevolo, della Fondazione Banca Agricola Mantovana.
Sponsor sostenitori: Legatoria De Pasquale, Galleria Africa Curio, Perla del Garda, Tucano Viaggi, Studio di Architettura Letizia Lionello, Mediaprint.