Genesi è l’ultimo grande lavoro di Sebastião Salgado, il più importante fotografo documentario del nostro tempo. Uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. Un viaggio alle origini del mondo per preservare il suo futuro.
La mostra è nata da un viaggio alla scoperta della bellezza nei luoghi più remoti del Pianeta, durato 8 anni. Curata da Lélia Wanick Salgado su progetto di Contrasto e Amazonas Images, la mostra è frutto della collaborazione di Civita Mostre con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli (che ha già consentito di realizzare le mostre di Steve McCurry e di Helmut Newton) e sarà presentata al PAN – Palazzo Arti Napoli dal 18 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018.
La mostra Genesi di Sebastião Salgado è già straordinaria protagonista di un tour internazionale di grandissimo successo. Potente nella sua essenziale purezza, il messaggio di Genesi è incredibilmente attuale. Esso pone al centro il tema della preservazione del nostro pianeta e dell’imprescindibile necessità di vivere in un rapporto più armonico con il nostro ambiente.
© Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto, Isole South Sandwich, 2009
Genesi è un progetto iniziato nel 2003 e durato 10 anni, un canto d’amore per la terra e un monito per gli uomini. Con 245 eccezionali immagini che compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero, la mostra racconta la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta. Genesi è suddivisa in 5 sezioni che ripercorrono le terre in cui Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl.
Il percorso espositivo presenta una serie di fotografie, molte delle quali di straordinari paesaggi, realizzate con lo scopo di immortalare un mondo in cui natura ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente.
© Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto, Kafue National Park, Zambia, 2010
Una parte del suo lavoro è rivolto agli animali che sono impressi nel suo obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro habitat. Salgado ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe giganti, iguane e leoni marini. Ha viaggiato tra le zebre e gli animali selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania rispondendo al richiamo annuale della natura alla migrazione.
Un’attenzione particolare è riservata anche alle popolazioni indigene ancora vergini: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana. I Pigmei delle foreste equatoriali nel Congo settentrionale. Ancora, i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica, le tribù Himba del deserto della Namibia e quelle più remote delle foreste della Nuova Guinea. Salgado ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi per poter raccogliere una serie di fotografie che li mostrassero in totale armonia con gli elementi del proprio habitat.
© Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto, Brasile, 2009
Le immagini di Genesi, in un bianco e nero di grande potenza, sono una testimonianza e un atto di amore verso la Terra. Viaggio unico alla scoperta del nostro ambiente, l’ultimo progetto di Salgado rappresenta il tentativo, perfettamente riuscito, di realizzare un atlante antropologico del pianeta. Ma è anche un grido di allarme e un monito affinché si cerchi di preservare queste zone ancora incontaminate, per far sì che, nel tempo che viviamo, sviluppo non sia sinonimo di distruzione.
Per tutte le info è possibile visitare il sito della mostra.
Sebastião Ribeiro Salgado nasce l’8 febbraio 1944 ad Aimorés, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. A 16 anni si trasferisce nella vicina Vitoria, dove finisce le scuole superiori e intraprende gli studi universitari. Nel 1967 sposa Lélia Deluiz Wanick. Dopo ulteriori studi a San Paolo, i due si trasferiscono prima a Parigi e quindi a Londra, dove Sebastião lavora come economista per l’Organizzazione Internazionale per il Caffè. Nel 1973 torna insieme alla moglie a Parigi per intraprendere la carriera di fotografo. Lavorando prima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma, Gamma e Magnum, per creare poi insieme a Lèlia l’agenzia Amazonas Images. Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli indios e dei contadini dell’America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà degli anni Ottanta.
Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri. Tra il 1986 e il 2001 si dedica principalmente a due progetti. Prima documenta la fine della manodopera industriale su larga scala nel libro La mano dell’uomo (Contrasto, 1994). Quindi documenta l’umanità in movimento, non solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le immense megalopoli del Terzo mondo, in due libri di grande successo: In cammino e Ritratti di bambini in cammino (Contrasto, 2000). Tra le mostre itineranti: Roma alle Scuderie del Quirinale e poi Milano all’Arengario di Palazzo Reale.
© Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto, Brasile, 2005
Lélia e Sebastião hanno creato nello stato di Minas Gerais in Brasile l’Instituto Terra che ha riconvertito a foresta equatoriale – che era a rischio di sparizione – una larga area in cui sono stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi e in cui la vita della natura è tornata a fluire. L’Instituto Terra è una delle più efficaci realizzazioni pratiche al mondo di rinnovamento del territorio naturale. È diventata un centro molto importante per la vita culturale della città di Aimorès.