I recenti sviluppi di Hollywood hanno provocato un’attesa particolare per la cerimonia degli Oscar 2018 che si svolgerà domenica 4 marzo. I casi di Harvey Weinstein, Kevin Spacey e degli altri “pesci più piccoli”, hanno generato un’atmosfera che mai si era vista nella città delle stelle. Sarà la cerimonia più surreale della novantenne storia dell’Academy of Motion Picture che, più che mai, ha bisogno di nuovi protagonisti capaci di riempire il vuoto che si è creato. E in molti, anche inconsapevolmente, sono candidati.
Frances McDormand in Tre Manifestanti a Ebbing, Missouri
Il volto più interessante è quello di Frances McDormand, superfavorita per la statuetta di protagonista con il suo Tre Manifestanti a Ebbing, Missouri. La star di Fargo e America Oggi, già vincitrice di un Oscar nel 1997, si è proposta come il simbolo della rinascita femminile. Interpreta il ruolo di una donna forte, carismatica e indipendente che lotta per la figlia Angela, uccisa e violentata ma senza ancora un colpevole. Una performance che rischia di oscurare i colleghi maschili Gary Oldman e Daniel Day-Lewis, favoriti per l’Oscar di miglior attore.
Al fianco a McDormand, brilla la stella senza tempo di Meryl Streep, giunta alla ventunesima nomination della sua carriera col film The Post: nessuno prima di lei. Anche la Streep, tre volte vincitrice di un Oscar, recita un ruolo forte ed energico: quello di Katherine “Kay” Graham, proprietaria del Washington Post. La scelta cui è chiamata, ossia pubblicare dei documenti segreti del Pentagono, rivela il coraggio di una donna che non si piegò di fronte alle pressioni del Governo americano.
Meryl Streep in The Post
Meryl e Francis, due storie diverse che raccontano la rivincita delle donne nella loro serata più importante. Ma più che le storie, certamente avvincenti e suggestive, colpisce il carisma delle protagoniste, capaci di guidare questa rivoluzione. Il nome dell’organizzazione, Time’s Up (di cui abbiamo parlato in occasione dei Golden Globe 2018), erede della campagna social #MeToo, era alla ricerca di un volto, di un’immagine a cui aggrapparsi. Meryl Streep, lo scorso anno ai Golden Globe, guidò la delegazione attaccando il presidente Trump – reo di approfittare del proprio potere per “bullizzare” i più deboli. Per quanto riguarda la McDormand, da sempre appare come una donna indipendente ed emancipata, lontana dal cliché hollywoodiano. Perché come diceva Stanislavskij: non ci sono piccole parti, ma solo piccoli attori.
Una scena dal film di Greta Gerwig, Lady Bird
Ci sarebbero altre storie da raccontare. Come quella di Greta Gerwig, in corsa come miglior regia, che sogna di ripercorrere il cammino di Kathryn Bigelow – che nel 2010 divenne la prima donna ad alzare la statuetta che più di ogni altra rappresenta un’esclusiva maschile. E poi Oprah Winfrey, recentemente insignita del Cecil B. DeMille con un Golden Globe alla carriera. La Winfrey agli Oscar non sarà nominata, ma la sua presenza non passerà inosservata. Magari, ancora una volta, si invocherà il suo nome come candidata alla Presidenza degli Stati Uniti… ma per superare quella barriera ci vorrà ancora tempo. Intanto, ci sono gli Oscar da conquistare. Time’s Up!