Quanta ispirazione trae la moda dal mondo naturale? E soprattutto, è possibile una moda glamour e al contempo rispettosa dell’ambiente? A questi e altri interrogativi prova a rispondere la grande retrospettiva che il Victoria & Albert Museum di Londra si appresta ad inaugurare la prossima primavera. Fashioned from nature, questo il titolo, è un’indagine sugli infiniti rapporti che intercorrono tra moda e natura. La mostra, con un salto indietro nel tempo di oltre 400 anni e un’esposizione di più di 300 oggetti, affronta un tema più che mai attuale nel sistema moda.
Greenpeace Detox Catwalk in Bandung. © Greenpeace
La natura come inesauribile fonte di risorse
Molto prima delle borse di Gucci decorate con insetti vari, c’era chi, nella moda, attingeva al mondo vegetale e animale per dar vita a delle creazioni sui generis. È datato, infatti, 1600 uno dei primissimi oggetti visibili in mostra: una giacca da donna decorata con motivi che ricordano i germogli e i fiori del pisello. O ancora, è del 1780 un’altra giacca, questa volta da uomo, ricamata con la figura di un macaco. Seguendo un ordine cronologico che dal passato arriva ai giorni nostri, Fashioned from nature indaga quanto la moda sia stata spesso affascinata dalla natura. Così, accanto a cimeli di epoche remote, i visitatori potranno ammirare le creazioni più recenti di designer come Christian Dior, Jean Paul Gaultier, Philippe Treacy o Dries van Noten.
Cape, Auguste Champot. © Victoria and Albert Museum, London
Ensemble, Stella McCartney, Winter 2017. © Stella McCartney
Eco-fashion: la sostenibilità è glamour
Ne è una prova il bellissimo abito indossato da Emma Watson durante il Met Gala del 2016 ed esposto nelle sale del Victoria & Albert Museum. Frutto di una partnership tra Calvin Klein ed Eco-Age, l’abito dell’attrice inglese è un perfetto esempio di come moda e glamour possano andare a braccetto. Nessuno, in effetti, avrebbe mai detto osservandolo che si trattasse di un ensemble creato con bottiglie di plastica riciclata.
D’altronde, se l’avvento delle fibre prodotte dall’uomo ha ridotto i costi di produzione e fatto arrivare la moda alle masse, è anche vero che i metodi di lavoro dell’industria tessile hanno finito per danneggiare (e non poco) l’ambiente. Tenendo bene a mente questo concetto, Fashioned from nature focalizza dunque l’attenzione sul lavoro dei molti designer che negli ultimi anni hanno riportato il tema della sostenibilità all’interesse del grande pubblico. Visibile in mostra ci sarà l’outfit indossato da Vivienne Westwood durante la manifestazione contro i cambiamenti climatici. Ma anche l’iconica collezione Clean Up or Die firmata da Katharine Hamnett nell’89. E ancora: poster del collettivo Fashion Revolution, abiti-slogan e opere d’arte che sottolineano il ruolo decisivo dei movimenti di protesta nel portare l’attenzione del pubblico verso il lato più “dannoso” della moda.
Emma Watson in Calvin Klein & Eco-Age al MET Gala 2016. Foto: Dimitrios Kambouris/Getty
La moda del futuro
Quali sono le soluzioni per ridurre l’impatto che l’industria della moda ha sull’ambiente? Si sono posti la domanda gli studenti del London College of Fashion, presenti in mostra con due installazioni interattive dal titolo Fashion Now e Fashion Future. Attraverso queste due strutture il visitatore sarà in grado di esplorare l’impatto, spesso non visibile, che la fabbricazione e lo scarto degli abiti ha sull’ambiente.
Un’immersione a 360° nella moda del futuro che è un invito a porsi delle domande sul significato stesso della moda.
Fashioned from nature sarà in calendario al Victoria & Albert Museum di Londra dal 21 aprile 2018 al 27 gennaio 2019. Per tutte le informazioni sulla mostra, è possibile visitare il sito.
Abito d'uva realizzato con Vegea, un'alternativa in pelle a base di scarti d'uva. © Vegea