Una location incredibilmente brillante per la sfilata Dior Primavera Estate 2018, durante la Settimana della moda di Parigi.
Per realizzarla sono statti utilizzati ben 80.000 specchietti per rivestire l’intera location. L’ispirazione proviene dall’artista Niki de Saint Phalle, attiva nell’epoca dell’emancipazione della donna. Ed è nel processo della creazione che Maria Grazia Chiuri la sente vicina.
“Perché non ci sono state grandi artiste?”
Maria Grazia Chiuri si pone questa domanda, come fece Linda Nochlin, storica dell’arte americana e storica dell’arte femminista, nel suo libretto/manifesto pubblicato nel 1971. La Nochlin denunciava i limiti della prospettiva femminile e la discriminazione maschilista che ha storicamente precluso alla donna il raggiungimento di importanti risultati nel campo dell’arte. Questa riflessione si avvicina quanto mai anche al mondo della moda.
Ecco allora le Nane, le figure di donne fuori scala, i cuori variegati, i draghi, l’albero dell’amore e quell’opera smisurata e folle che è il Giardino dei Tarocchi in Toscana. L’arte intera della Saint Phalle diventa disegno, ricamo esploso, mosaico di specchi, nella collezione di Maria Grazia Chiuri e nella scenografia della sfilata.
La stilista non ha paura di usare i colori di Niki de Saint Phalle. Policromie, quasi stridenti, entrano in rotta di collisione con materiali come il pizzo, la seta, la pelle o la plastica. La sfilata di Dior è un viaggio che esplora i pensieri di Maria Grazia Chiuri e di tutta l’arte femminile in una meravigliosa allure che ricorda il parco dell’artista a Garavicchio in Toscana.
La collezione Dior Primavera/Estate 2018 porta inequivocabilmente i segni dell’artista ma anche di quelli Marc Bohan, storico stilista di Dior. Bohan è stato famoso per aver creato modelli eleganti ma dall’aria giovanile, un segmento certamente mancante all’haute couture. Le atmosfere della collezione viaggiano verso la sfrontata inquietudine degli anni sessanta che ci raccontano, ieri come oggi, la forza cangiante degli universi femminili che abitano e muovono non solo la moda, ma la contemporaneità.
Gli abiti in passerella
Completi pantalone con giacche e sahariane, perfette abbinate a camicie maschili a righine o a pois. Oppure, romanticamente bianche, impronta dello “stile Bohan”, così come la stampa con i pois giganti o il check in black and white.
All images © Dior
Tra i must have dalla sfilata che ha inaugurato la Paris Fashion Week troviamo la nuova t-shirt a righe ispirata a Linda Nochlin con la domanda fulcro della collezione “Why have there been no great woman artists?”. Gonne e abiti in tulle plumetis da indossare su body dai decori “funny”. Total look in Damier black and white, rifinito con coste decorate a lettering, il tutto abbinato alla tote bag.
Tra i materiali, la pelle, per i completi dai tagli d’ispirazione biker, usata per salopette, trench e meravigliosi abiti da sera dalla struttura a bustier. Per concludere, scintillanti abiti effetto mirror.
Se le passerelle milanesi avevano iniziato a brillare con tessuti lurex e paillettes, Parigi amplifica questo bagliore. Maria Grazia Chiuri ci rapisce con la sua creatività e la sua energia femminile.