Il 22 ottobre ha aperto al Museo d’arte Mendrisio la splendida mostra Il paradiso di Cuno Amiet. Da Gauguin a Hodler, da Kirchner a Matisse.
La mostra è dedicata a Cuno Amiet, grande pittore svizzero vissuto tra Ottocento e Novecento. Amiet è considerato uno dei grandi maestri della pittura moderna.
Cuno Amiet, Ragazzo bretone (1893)
Partito giovanissimo in compagnia di Giovanni Giacometti alla volta di Parigi e poi della Bretagna, Amiet si farà conoscere per le sue straordinarie qualità di colorista. Per un ventennio, nel corso dei primi due decenni del Novecento, la sua opera rappresenta la punta di diamante dell’avanguardia artistica svizzera. Non solo Amiet si ritrova nel cuore delle nuove tendenze francesi, tra simbolisti e neoimpressionisti, ma pochi anni dopo anche tra i fondatori all’origine dell’espressionismo tedesco.
Nei primi due decenni il suo lavoro si contraddistingue per la continua sperimentazione, le innovative scelte compositive e soprattutto cromatiche. Amiet è anche noto per i suoi soggetti – i suoi paesaggi, le sue figure, le sue nature morte – sempre improntati a un forte senso di armonia e serenità. E sviluppa nel tempo, senza mai venirne meno, un proprio codice di valori positivi. Cuno si incentra sul sentimento di pienezza e di felicità che si gode in un’esistenza trascorsa in armonia con il mondo esterno. Un’esistenza pienamente appagata dalla bellezza della natura, dalle sue innumerevoli manifestazioni di luci e colori.
Cuno Amiet, Giovanni Giacometti legge alla finestra – Parigi (1890)
La rassegna del Museo d’arte Mendrisio, la prima in Ticino e in area italiana, è curata da Simone Soldini. A Soldini ,direttore del Museo, si affiancano Franz Müller, curatore del catalogo ragionato dell’opera di Amiet e Aurora Scotti. Scotti, infatti, risulta essere tra i maggiori esperti di pittura italiana ed europea di fine secolo. La mostra presenta circa settanta dipinti e una sessantina di opere su carta e ricostruisce il lungo e ricchissimo percorso pittorico di Amiet. Diversi i capolavori provenienti dalla Fondazione Amiet di Oschwand e da svariati tra i maggiori istituti museali della Svizzera. Primo fra tutti il Kunstmuseum di Soletta, il quale vanta nelle sue collezioni alcuni tra i più significativi dipinti del pittore. Seguito dal Kirchner Museum di Davos, il Kunstmuseum di Berna, il Kunsthaus di Zurigo, il Musée d’art et d’histoire di Friborgo, la Collection Pictet di Ginevra.
Esposte opere magnifiche come Ragazza bretone sotto gli alberi (1893), le tre versioni di Paradiso (quella del 1894-1895, l’olio del 1900-1901 e l’ultima del 1958). Doppio ritratto (1903), Natura morta floreale (1904), Studio per “le ragazze gialle” (1905), ammirato da Kirchner. La ragazza gialla (1907), La raccolta delle mele (1907), Nudo femminile sdraiato con fiori (1912).
Cuno Amiet, Autoritratto con mela (1901)
All’interno del percorso il ruolo centrale occupato da Amiet nella storia artistica svizzera sarà testimoniato da una decina di confronti con artisti del panorama contemporaneo europeo. Partendo da Paul Gauguin per finire con Henri Matisse, passando da Giovanni Giacometti e Ferdinand Hodler. O ancora Ernst Ludwig Kirchner, Alexej von Jawslensky e Marianne Werefkin. Sarà così possibile ricreare nelle sale il clima nel quale si è mossa l’intera carriera di Amiet.
La mostra sarà visitabile sino al 28 gennaio 2018