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I costumi di Marie Antoinette in mostra a Prato

Tutto questo, madame, è Versailles!
È diventata un cult la frase con cui la Contessa de Noailles apostrofa una giovanissima Marie Antoinette durante il rito della vestizione. Come del resto sono ormai iconiche moltissime scene dell’acclamata pellicola del 2006 by Sofia Coppola, dedicata alla più famosa regina di Francia. Maria Antonietta che, annoiata e frivola, sceglie vesti, scarpe, pizzi e merletti, tra fiumi di champagne e “zuccherosità” di ogni tipo. O ancora, lei che si fa impagliare uccellini in acconciature dalle altezze vertiginose.

Perché a colpire chiunque guardi Marie Antoinette è proprio questo: i colori pastello, lo sfarzo, il lusso e la ricercatezza estrema del guardaroba della giovanissima regina, firmato nel film da quell’eccellenza italiana che è Milena Canonero. A lei è andato, infatti, l’Oscar per i migliori costumi nel 2007; premio meritatissimo per essersi trasformata nella perfetta “Rose Bertin” del XXI secolo, riproducendo lealmente i capi in voga nel 1700.

Idea azzeccatissima allora, quella del Museo del Tessuto di Prato che ha deciso di inaugurare la stagione espositiva del 2018 con una mostra che non va persa. Dal titolo Marie Antoinette. I costumi di una regina da Oscar, aprirà le porte al pubblico l’11 febbraio ed esporrà una selezione di venti abiti del film con protagonista Kirsten Dunst. Costumi da sogno, universalmente riconosciuti come la più fedele reinterpretazione cinematografica dell’abbigliamento del XVIII secolo, esposti grazie alla collaborazione con la romana Sartoria The One. Abiti, sia maschili che femminili, indossati dai principali personaggi del film ed esposti su una pedana dal grande impatto visivo.

Tra corsetti e robe à la palonaise: lo sfarzo del ‘700

D’altronde, la massima “l’abito fa il monaco”, era quanto mai vera nell’Ancien Régime, quando la passerella era Versailles e le fogge erano precisi indicatori dello status sociale. Quando il gusto era squisitamente cortese e la moda si faceva lì. Quando al sarto veniva affibbiata un’accezione poco lusinghiera e la vera star era la merchande de modes che a, colpi di fronzoli e passamaneria, forgiava lo stile.

Corpetto Italia, sec. XVIII, terzo quarto Gros de Tours liseré, broccato in seta, Firenze, Museo Stibbert

Scarpe Italia, 1760-1770 Gros de Tours di seta liseré, broccato in oro e argento, Pelle di capretto, cuoio, Firenze, Museo Stibbert

Ecco perché la mostra dedicata ai costumi di Marie Antoinette è da visitare in coro con quella più ampia che il Museo del Tessuto dedica all’evoluzione dello stile e della moda del Settecento. Allestita nella sala antica dei tessuti del museo, Il capriccio e la ragione. Eleganze del Settecento Europeo, si muove sul crinale dell’iperdecorativismo barocco d’inizio secolo e quello del più tardo e lineare Neoclassicismo.

Per una visione d’insieme delle frivolezze di un’altra epoca. Entrambe consigliatissime.

Per tutte le informazioni sulle mostre del Museo del Tessuto, visitate il sito!