Camera – Centro Italiano per la Fotografia, racconta l’architetto Carlo Mollino attraverso 500 fotografie provenienti dagli Archivi del Politecnico di Torino. L’arco temporale va dagli anni ’30 alle Polaroid degli anni ’60, inizio ’70.
Tra i più noti architetti del ‘900, Carlo Mollino riserva alla fotografia un ruolo privilegiato, utilizzandola sia come mezzo espressivo, sia come strumento di documentazione del proprio lavoro e del quotidiano.
La mostra di Torino
I soggetti delle sue fotografie corrispondono ai suoi interessi: l’architettura, il design, il ritratto, lo sci, l’automobilismo, il volo e il viaggio. La mostra, dal titolo L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973, è divisa in 4 sezioni.
La prima “Mille case” è dedicata all’abitare, porzione fondamentale del lavoro di Mollino architetto. Comprende, oltre alle immagini di edifici, interni di sua ideazione e oggetti domestici, una serie di istantanee di viaggi con architetture più o meno note.
Posate Reed & Barton, ispirate alla forma dell'elica di un'aereo, 1960
La seconda “Fantasie di un quotidiano impossibile” è ispirata al surrealismo e al motivo dell’incanto. Include fotografie diverse tra loro, tese a mettere in discussione la realtà rappresentata, come specchi che moltiplicano le cose o fotomontaggi di progetti architettonici.
Camera incantata, 1938-1940, realizzata nello studio del pittore Piero Martina. In uno spazio come un palcoscenico, Mollino dispone due soggetti principali: il busto in gesso della Venere di Milo e il proprio volto riflesso nello specchio. Scultura e autoritratto s'incontrano nello spazio metafisico della fotografia
La terza sezione “Mistica dell’acrobazia” è dedicata al fascino della velocità e del dinamismo. Si trovano le fotografie sul tema del volo, che Mollino praticava come pilota acrobatico. Fotografie sulle automobili: il famoso Bisiluro – avveniristico bolide progettato insieme a Mario Damonte e Enrico Nardi – con cui aveva partecipato, nel 1955, alla 24 Ore di Le Mans. Le foto di Mimì Schiagno, prima donna pilota in Italia, cui Mollino fece un’originale proposta di matrimonio . Quindi lo sci, con una selezione di fotografie delle linee tracciate sulla neve dagli sciatori.
La quarta “L’amante del Duca” è consacrata al corpo e alla posa. Due soggetti diversi sono messi a confronto: il ritratto femminile e gli sciatori, colti in pose plastiche a sottolineare la precisione della tecnica. I ritratti delle donne molliniane replicano gesti simili, pose analoghe in scenari somiglianti.
La mostra si completa con alcuni documenti e curiose cartoline, a rimarcare l’atteggiamento di costante ricerca di Carlo Mollino e l’eclettismo di un creativo fuori dagli schemi.
Lasciamo la mostra con un interrogativo: il “vero” artista è colui che è capace di passare da un’espressione artistica all’altra, con maestria e naturalezza, come Carlo Mollino architetto, designer e fotografo?
La mostra L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973, sarà visitabile fino al 13 maggio 2018.
Carlo Mollino in "Trucco aereo", assieme a Piero Martina mette in scena un volo sopra Manhattan, 1942