Arte

Artfutura, una mostra d’arte rivoluzionaria

Artfutura è conosciuta in tutto il mondo per essere una mostra d’arte alquanto particolare e coinvolgente. Ed essere fuori dagli schemi è anche la caratteristica del suo ideatore e curatore Monxto Algora. Per la prima volta in diversi anni dopo Barcellona, New York, Parigi e Londra, il direttore lancia il suo progetto anche in Italia, a Roma, dove sosterà fino al prossimo 10 settembre negli spazi dell’Ex Dogana. Qui il sito di ArtFutura Creature Digitali di Roma.

Per l’occasione sono stati riuniti tra i più creativi artisti multimediali internazionali. Le loro opere lasciano letteralmente a bocca aperta i visitatori, immersi in un mondo futuristico nemmeno troppo lontano dalla realtà. Il distacco è così sottile che la mente è consapevole di come le installazioni siano verosimili e incredibilmente affascinanti al tempo stesso.

L’essenza di Artfutura

Paul Friedlandr, originario del Regno Unito, ci accoglie con una serie di specchi Mylar che creano una serie di sculture olografiche pulsate da ciò che egli stesso definisce chromastrobic light, una rapidissima luce cinetica cangiante colore. A seguire, anche il turco Can Buyukberber sfrutta la luce e le forme geometriche. Così riesce a creare proiezioni a mappatura e realtà virtuali. Proiezioni e realtà con le quali lo spettatore è in grado di interagire per mezzo di uno smartphone.

Ipnotico è invece il lavoro di Esteban Diacono. Utilizzando complesse figure surreali che sfidano persino le leggi della fisica, rivoluziona la dimensione umana e le sue fobie. Le sculture in ferrofluido, poi, sono la specialità del giapponese Sachiko Kodama. Usufruendo di una misteriosa arte della manipolazione del campo magnetico, modella animazioni che prendono vita per poi dissolversi in un mare fluido e ricomporsi.

Can Byubaker, SAT Montreal

Universal Everything, Screens of the Future- Prototype 5

Salon Alpin, Falter

Kouhei Nakama, Diffusion

Il parere del pubblico

L’invito di Mondomostre, sponsor di Artfutura Italia, sta proprio nel prendere assolutamente parte ad un evento di così raro interesse scientifico e artistico, come sottolinea Alessia C., una spettatrice di vent’anni. “Si tratta di una connessione interdisciplinare che parole e fotografie non riescono certo a spiegare” aggiunge, “non ho mai visto nulla di simile”.