AfroArt è l’ultimo progetto di due fotografi americani: Regis e Kahran. La coppia originaria di Atlanta si è lanciata in un’iniziativa che in molti davano per un insuccesso assicurato. L’idea di base: promuovere la bellezza delle ragazze afro attraverso i loro capelli ricci. Per questo motivo i due fotografi si sono messi in viaggio facendo tappa in diversi stati americani, dove hanno immortalato donne e bambine afroamericane in ritratti unici nel loro genere.
Le protagoniste degli scatti di AfroArt sono state scelte tra gli Stati di New York, California, Texas e Georgia. Per ciascuno stato è stato scelto un tema e, in base a questo, le modelle per un giorno hanno indossato abiti e accessori diversi. Le modelle non erano professioniste, proprio perché lo scopo era di celebrare e promuovere una bellezza comune unica nel suo genere. Ogni foto è stata studiata nei minimi dettagli, cercando però di mantenere una certa spontaneità nei soggetti. Quello che salta all’occhio sono sicuramente le pettinature e la varietà dei capelli ricci, ciascuno con la propria versatilità e personalità.
Ambientazioni d’epoca seicentesca e settecentesca, abiti steampunk e accessori per evidenziare una bellezza spesso emarginata perché fuori canone. Lo stereotipo occidentale suggerisce che i capelli lunghi e lisci siano la “normalità”; perciò, le ragazze afroamericane, o di “sangue misto”, sono loro malgrado “condannate” a essere anticonformiste di default. I due fotografi hanno cercato di ribaltare questa concezione promuovendo la diversità come unicità. Purtroppo è ancora molto diffusa l’idea che il riccio non sia bello da vedere e questo genera disistima nelle bambine e ragazze che si vedono marcatamente fuori dai canoni di bellezza dominanti.
All photos by Regis e Kahran © CreativeSoul Photography
Chi diceva che nessuno avrebbe pubblicato le foto, perché “troppo etniche”, dovrà ricredersi almeno 365 volte. Sul sito CreativeSoulphoto è disponibile, infatti, il calendario 2018 con tutte le varianti di ricci che si prendono il loro giusto spazio nel mondo (e chi li ha sa che non è solo un modo di dire…).