Fluidità di genere e di stile e tesori d’archivio aggiornati: questo il nuovo mantra per la moda maschile che verrà. Da Prada a Versace, da MSGM a Marcelo Burlon, fino ad arrivare a Moschino, l’uomo del prossimo autunno inverno non è ingabbiato in categorie, è rilassato e, soprattutto, “normale”. Una normalità che pervade lo stile sì, ma anche la scelta stessa dei modelli che hanno sfilato in passerella.
Versace backstage
Massimo Giorgetti di MSGM ha preferito gli studenti dei principali atenei di Milano. Marcelo Burlon per il suo County Of Milan, si è circondato di una “ristretta” cerchia di amici, mentre Etro ha chiamato a raccolta artisti, poeti e impiegati d’azienda. Senza considerare gli ormai “fissi” millenials di Dolce & Gabbana – non proprio normali nel senso canonico del termine, ma sicuramente non professionisti della catwalk. Un bellissimo caleidoscopio di fisicità e colori differenti a questa settimana della moda di Milano, che ha detto addio agli stereotipi virili, tra muscoli guizzanti e tipi diafani ed emaciati.
Dolce & Gabbana backstage
Ritorno (con classe) alle origini
È il caso di Prada e Versace. Non pensate a una riesumazione nostalgica dell’archivio storico d’azienda perché le collezioni dei due brand nostrani sono assolutamente aggiornate. Un tessuto su tutti ha dominato la passerella di Miuccia Prada: il nylon nero. Stoffa tecnica che ha storicamente fatto il successo della griffe, oggi è declinata secondo l’estro creativo di quattro architetti e designer: Ronan & Erwan Bouroullec, Konstantin Grcic, Herzog & de Meuron e Rem Koolhaas. Dall’allure industriale e utilitaristica, il nylon diventa inaspettatamente bello se colorato con le stampe storiche della maison, vedi fiamme, banane, crisantemi e rossetti che invadono giacche e pantaloni.
Prada, autunno inverno 2018/2019. Foto: Monica Feudi / Indigital.tv (via Vogue)
Operazione non dissimile (in quanto ad abilità di aggiornamento) a quella di Versace. Continuando sul filone “tribute” inaugurato con la collezione femminile dello scorso settembre, Donatella Versace ha reso la Medusa quanto mai up-to-date. Al ritmo di Go Big and Go Home, la stilista ha modernizzato le iconiche stampe barocche e animalier. Osando e sperimentando, abbinando stili diametralmente opposti e facendo diventare outerwear anche quello che, di solito, non lo è. È così che l’accappatoio diventa un soprabito perfetto e il patchwork di tartan sdrammatizza l’austero british style.
Versace, autunno inverno 2018/2019. Foto: Luca Tombolini / Indigital.tv (via Vogue)
Casualwear e collaborazioni
O forse, almeno nel caso di MSGM, dovremo dire “Causalwear”. Già, perché gli studenti di Giorgetti, che sfilano non a caso alla Statale di Milano, indossano la classica divisa di un improbabile “College of Causality”, sfoggiando look comodi ma non per questo meno accattivanti. Bellissimi i colori pastello di giacche e pantaloni (dal rosa, all’azzurro, al giallo). Altrettanto belle le felpe e le t-shirt “manifesto” che inneggiano all’amore attraverso slogan (destinati a diventare cult) come lo sfacciato (e magnifico) “PISELLOVE”. Due collaborazioni “molto studentesche” hanno segnato lo show: quella con Eastpak per gli zaini e con Smemoranda per i diari: due armi indispensabili alla rivoluzione studentesca immaginata da Giorgetti che dice “è tempo di cambiare”.
MSGM, autunno inverno 2018/2019. Foto: Alessandro Garofalo / Indigital.tv (via Vogue)
Streetwear è la parola d’ordine anche per Marcelo Burlon County Of Milan che ha mandato in scena, per questa stagione, ben tre joint venture che, ne siamo certi, faranno impazzire gli amanti del marchio. Le prime due, con NBA e MBL, coprono di loghi sportivi felpe, t-shirt e pantaloni. La seconda è invece quella con Timberland, che ha visto trasformato lo storico scarponcino scamosciato, un tempo marchio distintivo dei paninari, da sfumature “fiammeggianti”.
Marcelo Burlon, autunno inverno 2018/2019. Foto: Alessandro Garofalo / Indigital.tv (via Vogue)
Genderless e vinile: da Moschino sfila l’audacia
Impertinente e sovversivo, Jeremy Scott mette un altro tassello nel percorso modaiolo dell’abbattimento di genere. Da Moschino è la donna a indossare le bretelle (“sostegno” per le maniche di un fetish tuxedo), mentre all’uomo spetta il doppiopetto che lascia maliziosamente scoperta la spalla. Rincarano la dose, maschere e slip in pvc nero (per lui), in perfetto stile sadomaso. Strizzano l’occhio all’erotismo anche le citazioni fotografiche stampate sugli abiti in chiffon, dove campeggiano le Polaroid scattate da Carlo Mollino tra il ’63 e il ’67, inclusa la stupenda “Polaroid con abito di Paco Rabanne”.
Moschino, autunno inverno 2018/2019. Foto: Luca Tombolini / Indigital.tv (via Vogue)