Anche le grandi aziende soffrono di periodi bui. Ancor più triste è stato il destino di Borsalino, marchio italiano di cappelleria che questa volta ci ha visto proprio nero. Per oltre centocinquant’anni l’azienda alessandrina ha accompagnato la storia di una nazione che ha visto il brand crescere, fino a diventare tra i più famosi del panorama mondiale.
Gli albori di Borsalino e la fama
Sorto ad Alessandria nel 1857, il piccolo laboratorio tessile di cappelleria di Giuseppe Borsalino divenne ben presto una grossa industria manifatturiera dai 2500 prodotti finiti al giorno. Cavallo di battaglia era – e resterà – il cappello in feltro, universalmente riconosciuto con il nome del marchio stesso. I cappelli Borsalino vennero indossati da innumerevoli star e registi del cinema hollywoodiano ed europeo quali Marcello Mastroianni, Alain Delon, Charlie Chaplin, Gary Cooper e Federico Fellini. Un modello fu persino realizzato per Papa Giovanni XXIII. Anche Hemingway, Winston Churchill, Al Capone e gli industriali Agnelli indossarono questi cappelli.
Nel 2006 è anche stato inaugurato un museo, su iniziativa del Comune di Alessandria, per ricordare l’ascesa della casa piemontese.
La sentenza di fallimento
Lo scorso dicembre giunge notizia del fallimento da parte del tribunale della stessa città natale, dopo che i tentativi di una ripresa si erano rivelati insoddisfacenti. Il motivo del rifiuto sul prolungamento del concordato va ricercato esclusivamente nei problemi finanziari; problemi di cui la società ha sofferto in seguito all’acquisizione da parte dell’imprenditore Philippe Camperio.
Si tratta, quindi, di un fallimento finanziario a cui potrebbe seguire, per Camperio, la revoca dell’acquisizione del marchio. L’azienda è comunque intenzionata a presentare ricorso e a proseguire la sua attività. Lo stesso Camperio afferma: “Il fallimento si basa su ragioni tecniche e legali che nulla hanno a che fare con la gestione dell’azienda da parte di Haeres Equita. L’attività di Borsalino continua, la nostra volontà è di andare avanti mantenendo i livelli occupazionali e il sito produttivo ad Alessandria. Preserveremo, Borsalino è un patrimonio d’eccellenza del sistema manifatturiero italiano”.
In attesa che qualcosa si muova, restiamo col fiato sospeso col timore che si chiuda un altro capitolo di storia italiana.