Luca e Matteo si conoscono qualche anno fa sul taraflex, la classica pavimentazione del campo di pallavolo. Sono entrambi alti, simpatici e parecchio bravi, scalano la vetta di questo sport e arrivano all’ambita Nazionale. Collezionano una serie di successi, tra cui un dolorosissimo argento alle Olimpiadi di Rio 2016, disputano una World League e, da compagni di squadra, finiscono poi uno a Trento e uno a Milano.
Quella di Luca Vettori e Matteo Piano può sembrare una storia normale di due atleti eccezionali, diventati poi amici. In questo articolo vi spieghiamo perché non è proprio così.
Dalla pallavolo alla web radio…
Che siano due ottimi pallavolisti è indubbio, ma Luca e Matteo hanno deciso di esplorare più a fondo sé stessi e le loro passioni. Nasce così Brodo di Becchi, una web radio amatoriale. L’idea frullava in testa ai due già da un po’ di tempo, dall’estate passata con la Nazionale di pallavolo, perché la bellezza dello sport si può trovare anche in altri ambiti, quali la musica, la letteratura, l’arte. Il primo podcast di Brodo di Becchi viene postato il 16 Dicembre del 2014 sulla piattaforma Spreaker. Tre anni dopo, i Becchi continuano a postare regolarmente le puntate della web radio, nonostante gli impegni sportivi e non.
La formula magica di questo progetto è sicuramente la grande intesa fra i due amici. Luca e Matteo si completano in gusti e carattere, rendendo ogni podcast divertente e informale, tanto che vi sembrerà di essere seduti con loro in salotto, a bere caffè e a parlare di questo o quell’altro. Raramente toccano l’argomento pallavolo: l’obiettivo è aprire nuovi orizzonti al loro pubblico e avvicinare un nuovo pubblico alla cultura dello sport.
…e dalla web radio all’associazione culturale
Il successo dei Becchi esplode così velocemente che diventa un piccolo fenomeno nel mondo dello sport, un progetto che nessuno aveva mai visto prima d’ora. La web radio diventa talvolta video su YouTube, le persone cominciano a collegarsi al loro canale Spreaker – il boom di visualizzazioni lo ottengono con le puntate speciali in diretta su Sanremo, un podcast mordace e ironico sul festival della musica italiana.
A questo punto, Luca e Matteo decidono di puntare ancora più in alto. Brodo di Becchi è diventata da poco una vera associazione culturale no profit.
Il termine Brododibecchi viene coniato una mattina autunnale in un bar modenese. Avevamo bisogno di un nome per quell’idea che ci frullava in testa da molto tempo. Volevamo comunicare attraverso la voce, e così abbiamo creato una web-radio. Siamo partiti in movimento, nomadi ed esploratori, trovando così luoghi dove siamo stati al riparo; abbiamo scovato molti tetti e attraversato tanti ponti: scrivere la nostra biografia risulta difficile proprio grazie a questo procedere nomade. Abbiamo creato qualcosa di unico senza nemmeno rendercene conto.
Dal sito web Brodo di Becchi.
Un progetto in crescita: Robe di Becchi
Brodo di Becchi è non solo una radio, un’associazione culturale e il volto dei due atleti. Questo progetto, nato per caso da un’amicizia, ingloba tutti i tesserati, le persone che Luca e Matteo incontrano sul loro cammino (che siano tifosi o che confondano ancora la pallavolo con la pallanuoto) e nuove personalità che si aggiungono al Team Becchi.
Con la collaborazione di Lola Love Atelier, un negozio nel centro di Modena, nasce Robe di Becchi, un marchio d’abbigliamento realizzato a mano, colorato e di qualità.
Dal centro di Modena, i Becchi si sono persino spostati verso l’artigianato sostenibile, attraverso una collaborazione parallela con alcuni giovani della città di Goma, in Congo. Durante questa collaborazione sono state realizzate cravatte, zainetti e papillon utilizzando i materiali e i tessuti locali.
La febbre dei Becchi, insomma, ha colpito un po’ tutti. Su Instagram le loro creazioni spopolano tra i compagni di squadra e gli amici, i tifosi e i semplici amanti dell’arte africana: le Robe becchiane viaggiano alla velocità della luce e, personalmente, non vedo l’ora di scoprire la nuova tappa di questo bellissimo viaggio.