A distanza di cento anni dal viaggio che portò Pablo Picasso e il suo caro amico Jean Cocteau in Italia, le Scuderie del Quirinale di Roma ospitano una mostra attesissima.
Dal 22 settembre al prossimo 22 gennaio, infatti, è possibile apprezzare l’arte del maestro cubista in oltre cento “pezzi” dal grande fascino. Alcuni di questi hanno segnato la storia europea dei primi del Novecento.
Sebbene il titolo originale della mostra sia Picasso. Tra Cubismo e Classicismo 1915-1925, noi di Thy Magazine vorremmo ricordarlo come 100% Made in Picasso per un motivo che trascende il semplice gioco di parole. Ciò che l’artista spagnolo ha lasciato ai posteri è un bagaglio immenso. Un bagaglio pieno di lettere, di fotografie e di tele che non hanno bisogno d’esser raccontate perché parlano da sole.
Pablo Picasso, Deux femmes courant sur la plage (1922). © Succession Picasso
Secondo ciò che le fonti raccontano, Picasso rimase a dir poco sbalordito dalla quantità e dalla qualità delle opere artistiche ed architettoniche che Roma e Napoli, con le sue celebri tradizioni, racchiudevano. Ciononostante non fu il gusto del classico a farlo innamorare del Bel Paese. Non quantomeno quel “classico” che intendiamo noi. Al malagueño (originario di Malaga, nel Sud della Spagna) piacevano la monumentalità e l’eleganza di certe sculture piuttosto che le forme, o ancora la retrospettività di opere classiche remote e quasi dimenticate che non avevano nulla a che vedere con Greci e Romani. Elaborò quindi una sua forma di classicismo, che di lì a poco avrebbe fatto conoscere al resto del mondo.
Pablo Picasso, Arlequin au miroir (1923). © Succession Picasso
È dal 2015 che la partnership tra le Gallerie Nazionali di Arte Antica e Ales s.p.a, curatrice dell’esposizione, va avanti con lo scopo di portare in Italia una delle più grandi manifestazioni mai dedicate all’artista. La partecipazione di espositori provenienti da tutto il mondo, del resto, sottolinea quanto l’attesa sia valsa la pena.